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al testo di Liberopensiero
Nemmeno i figli dei maiali
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Sta passando questa malattia dell’anno che se sei vivo accade. Natale per ricordarti quanto manca al tuo tratto, dove sono fuggiti gli altri, quanta la gente che resta senza pane, con troppa acqua di sale i migranti. Lasciate almeno che pace abbiano gli alberi che il torto hanno d’essere sempre verdi. Non hanno bisogno di luci e di palle le radici, sono denti per la loro terra. Non immolate nemmeno i figli dei maiali: se dio esistesse annegherebbe nel sangue
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Liberopensiero
- 27/12/2018 08:00:00
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Cristina e Franca, GRAZIE! I vostri commenti sono da incorniciare. Auguri anche a voi.
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Franca Colozzo
- 26/12/2018 12:20:00
[ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]
"Non immolate nemmeno i figli dei maiali" questo significativo finale, che è anche il titolo della tua poesia, rappresenta in sintesi lattuale e cruciale passaggio dellanno attraverso zone di luce ed ombra. La luce la intravedo nella misericordia che esprimi verso i poveri, gli emarginati, i migranti, ovvero la dura reltà con cui è difficile per noi fare i conti. Lombra, invece, è nellimpazzare del consumismo più bieco e più ottuso di adulti-bambini, cresciuti solo nella noia di una malattia che si chiama "Natale" e che io vivo nellansia che passi presto. Daltra parte è sintomatico il mio messaggio nella mia ultima poesia, in cui rielaboro un testo mio dellanno scorso: "Non amo del Natale...", pubblicata anche in inglese sulla mia pag. Linkedin proprio per esternare il mio disappunto rispetto al consumismo dilagante negli USA e nei paesi occidentali in genere.
https://www.linkedin.com/in/franca-colozzo-55022459/detail/recent-activity/shares/
Natale passerà con il suo strascico di finte luci, attraverso le coscienze degli uomini ormai ottenebrate, ma la speranza di una rinascita spirituale è sempre da coltivare anche tra le tenebre.
Al di là di tutto, ti auguro serene feste ed un felice 2019.
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cristina bizzarri
- 26/12/2018 09:30:00
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Ma il centro pulsante del testo è la compassione, unita alla misericordia. Verso ogni creatura derelitta. E verso noi stessi, grandeur et misère di umani. (Vedi anche Beckett, per es. in "Finale di partita")
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cristina bizzarri
- 26/12/2018 09:06:00
[ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]
Mi ha interpellata il titolo, ovviamente. E quello che credevo un testo "oltraggioso" - nel senso del politicamente (o religiosamente) corretto - è invece un testo aperto alla vita, al rispetto per ogni creatura di qualsiasi regno. Al pensiero fuori dalle reti. Non è forse questo far nascere ogni giorno una particella di verità in noi? Accendere in noi luci? Gesù stesso ha detto, in un passo del Vangelo - proprio per la sua portata anticonvenzionale - tra quelli non manipolati dai copisti, "Dio, nessuno lha mai visto". E allora, al di là del nostro umano e lecito bisogno di rituali spesso antropomorfi, apriamoci, sì, apriamoci al mistero con rispetto e speranza, sapendo che ogni rito, dogma, dottrina, sono costruzioni umane, interpretazioni spesso infantili e primitive di parole che inviano a qualcosa di immensamente oltre, immensamente altro. Guardiamo con stupore alla vita e al suo mistero, e ai simboli che da sempre fioriscono tra gli umani, con tutta la meraviglia di unintuizione, di un lampo nello sguardo che ci fa sentire parti di un tutto che tutto accoglie senza preferenze. Noi stessi segni e parti di questo Symballein. Grazie del tuo testo bello, onesto e coraggioso. Buon Natale caro amico.
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